Ematoma



Ematoma: cosa vuol dire
Se cercassimo la parola “ematoma” nel dizionario troveremmo una definizione di questo tipo “raccolta di sangue stravasato nello spessore di un tessuto, evidenziata da tumefazione e dovuta per lo più a forti contusioni”.
In altre parole, con ematoma o emorragia si intende l’accumulo di sangue in un tessuto o in una cavità dell’organismo, quindi al di fuori del sistema circolatorio, per rottura di uno o più vasi sanguigni in seguito a un trauma o alla presenza di altri fattori predisponenti.
La gravità del versamento ematico dipende da:
- Dimensioni del vaso interessato, ossia capillari ma anche un’arteria o una vena;
- Entità del trauma;
- Caratteristiche del tessuto dove si forma l’ematoma;
- Capacità di coagulazione.
Differenza tra ematoma, edema ed ecchimosi
Mentre l’edema si differenzia bene da ematoma ed ecchimosi (o lividi) in quanto è rappresentato da un accumulo di liquidi, non necessariamente sangue, negli spazi interstiziali del nostro organismo, cioè tra cellula e cellula, generalmente non causato da un trauma ma più che altro da un’alterata circolazione o da altre patologie, il confine tra gli altri due è molto più sottile.
Le definizioni e le cause di ematoma ed ecchimosi sono praticamente le stesse, la differenza sta invece nella gravità del trauma subito, che è minore nel secondo caso.


Classificazione degli ematomi
Gli ematomi possono di fatto verificarsi in qualsiasi parte del corpo quali ad esempio in prossimità di un muscolo, a livello della superficie cutanea, nel cervello o sotto l’unghia e, di norma, si distinguono proprio in base alla loro localizzazione.
I principali sono:
- Ematoma sottocutaneo: generalmente di lieve entità, superficiale e che perciò tende a sparire spontaneamente nel giro di qualche giorno dopo il trauma.
Viene a sua volta distinto in:
- Petecchie: piccole macchie puntiformi sulla cute dall’alterata pigmentazione dette anche microematomi;
- Porpora: si presenta con macchie leggermente più grandi delle petecchie ma inferiori per diametro alle ecchimosi. La colorazione caratteristica è violacea, da cui il nome;
- Ematoma cerebrale o ematoma cranico: localizzato all’interno cranio ma suddiviso in base alla zona del cervello
Si parla infatti di ematoma intracerebrale, intradurale o extradurale e, nel dettaglio, di:
- Ematoma subdurale in seguito a una lesione cerebrale che comporta una raccolta ematica nello spazio subdurale, ovvero tra aracnoide e dura madre;
- Ematoma subaracnoideo se il versamento vascolare interessa lo spazio compreso tra aracnoide e pia madre. Nella maggior parte dei casi si verifica in seguito alla rottura di un aneurisma cerebrale o un trauma cranico;
- Ematoma epidurale (intracranico o spinale) se il sangue va ad accumularsi tra cranio e dura madre;
- Ematoma sugaleale se si forma superficialmente tra la membrana connettiva di rivestimento esterno delle ossa (periostio) e il tessuto fibroso che ricopre invece la parte superiore del cranio (galea);
- Cefaloematoma, tipico dei neonati. Si origina probabilmente dopo traumi accusati durante il parto ma si manifesta solo dopo qualche giorno.
- Ematoma sub-ungueale: compare in seguito a forte compressione dell’unghia che può comportarne anche la perdita;
- Ematoma da intervento chirurgico: può insorgere come complicazione di una ferita chirurgica a causa di alcuni fattori predisponenti quali alterata coagulazione, ipertensione arteriosa, farmaci anticoagulanti. Non è per niente da sottovalutare in quanto aumenta la probabilità di comparsa di infezione in corrispondenza della ferita e di compromettere la funzionalità di organi vicini


Come si forma un ematoma
Come anticipato, l’ematoma si forma per perdita di sangue e successivo suo accumulo in tessuti o cavità circostanti. Le cause possono essere molte:
- Traumi, contusioni, botte che provocano l’improvvisa rottura del vaso sanguigno;
- Alterata coagulazione, caratteristica di patologie come piastrinopenia (carenza di piastrine nel sangue) o emofilia (malattia genetica che comporta un difetto della coagulazione del sangue);
- Intervento chirurgico, ne rappresenta una delle complicanze più comuni;
- Farmaci anticoagulanti come ad esempio eparina, dicumarolo, acido acetilsalicilico;
- Leucemia;
- Compromissione dei vasi in seguito a situazioni cliniche patologiche preesistenti come infezioni, neoplasie o aneurismi;
- Età. Gli anziani e i bambini sono i più esposti al rischio di ematomi, i primi a causa dell’indebolimento e della diminuzione dello spessore fisiologico dei vasi che diventano perciò più soggetti a rottura, i secondi a causa degli urti frequenti durante il gioco o le prime camminate.
Quali sono i sintomi
La sintomatologia correlata a un ematoma in realtà varia in base alla gravità, alla localizzazione e alla sua causa scatenante che, come abbiamo visto, non sempre è da ricondurre a traumi.
In generale, per gli ematomi i sintomi principali sono:
- Sensazione dolorosa e di calore nella parte interessata;
- Gonfiore e tumefazione;
- Formazione di lividi ben riconoscibili per la colorazione alterata della pelle (macchia) che cambia man a mano che l’emorragia si riassorbe. Si passa infatti dal nero-blu al giallo-marrone in base al numero e alla profondità dei vasi lesionati;
- Confusione, convulsioni, vomito, svenimento se la formazione dell’ematoma avviene in sede cerebrale.


Come trattare un ematoma
Al pari dei sintomi, anche la scelta della giusta terapia cambia a seconda della gravità, della localizzazione e soprattutto della causa dell’ematoma perciò non esiste un trattamento uguale per tutti.
Come prima cosa è perciò importante condurre una corretta diagnosi e, successivamente, impostare le eventuali terapie. Per la tipologia di tessuti interessati la cura dell’ematoma è oggetto di interesse per diverse branche della medicina generale, ematologia, traumatologia e dermatologia in particolare.


Diagnosi e prescrizione
Se si tratta di un ematoma superficiale, la diagnosi è semplice in quanto ben riconoscibile alla vista anche dal paziente stesso.
Quando invece è un versamento profondo o in zone poco accessibili come nel caso di un ematoma perianale o cerebrale, determinare la presenza o meno e l’entità dell’ematoma è più complicato. Se si avvertono perciò sintomi che facciano anche solo supporre la formazione di un ematoma importante, soprattutto a livello del cranio, è bene rivolgersi tempestivamente al medico curante, al pronto soccorso o direttamente in pediatria se il bambino è molto piccolo.
In caso si sospetti un ematoma cerebrale sono previsti una visita specialistica ed esami strumentali specifici quali ad esempio TAC, angiografia cerebrale, raggi X o elettroencefalogramma.
Se necessario, si ricorrerà a un intervento di neurochirurgia per il drenaggio ematico e lo svuotamento della cavità del cervello colpita.
Una volta accertata l’entità del danno, come anticipato, si passa alla definizione della strategia di cura.
Cosa fare per gli ematomi superficiali
Gli ematomi superficiali, di ridotte dimensioni e causati soprattutto da comuni incidenti casalinghi, solitamente non richiedono alcun intervento farmacologico anche se può essere utile applicare impacchi freddi o borse del ghiaccio per alleviare il dolore acuto e il gonfiore.
Per ematomi superficiali più estesi invece e che comportano maggiori disturbi si consiglia di applicare pomate, creme o gel contenenti principi attivi antiinfiammatori e analgesici, generalmente FANS come ad esempio Diclofenac, dei quali è disponibile anche la formulazione da assumere per via orale.
Anche gli ematomi subungueali possono considerarsi superficiali sebbene generalmente più dolorosi e più lunghi in termini di guarigione. In questo caso, oltre ai farmaci, è quasi sempre utile perforare l’unghia con un ago riscaldato e opportunamente sterilizzato per consentire la fuoriuscita del sangue. Nelle situazioni più gravi si preferisce invece asportare completamente l’unghia permettendo la ricrescita di una sana.
Cosa fare per gli ematomi complessi
Gli ematomi complessi, ovvero quelli più profondi, non visibili ad occhio nudo e che interessano soprattutto il cervello, sono per ovvie ragioni, quelli più pericolosi e per i quali è importante intraprendere molto rapidamente le giuste cure.
A farmaci analgesici e antiinfiammatori per il controllo del dolore, si associa spesso un vero e proprio intervento chirurgico per accertare la causa dell’emorragia e rimuovere l’ematoma.
Se l’ematoma si verifica come conseguenza di una ferita chirurgica è bene somministrare antibiotici per evitare infezioni.
Altre tipologie di ematomi che possono definirsi complessi sono quelli del contesto muscolare. Il tessuto del muscolo, dopo il trauma, può infatti progressivamente trasformarsi in tessuto connettivale fibroso con conseguente calcificazione e aumento eccessivo del suo spessore. In questi casi, si consiglia di sottoporsi a terapia con onde d’urto per favorire la ricrescita dei capillari in quella zona, il metabolismo delle cellule e la riparazione fisiologica della lesione con riassorbimento dell’ematoma.
Accorgimenti utili
- Raffreddare la zona interessata con impacchi freddi o borse del ghiaccio da applicare per 1- 2 giorni dopo il trauma a intervalli regolari;
- Applicare una fasciatura o un bendaggio compressivo per limitare il sanguinamento interno e la tumefazione;
- Riposo, soprattutto in caso di ematoma complesso;
- In alternativa alle terapie farmacologiche sono disponibili anche prodotti fitoterapici in creme, pomate o gel dalle proprietà antiinfiammatorie e lenitive a base ad esempio di arnica, ippocastano, camomilla, calendula, iperico;
- Aumentare il consumo di frutta e verdura ricche di vitamine dall’azione vasoprotettrice, vitamina C in primis;
- Evitare di esporre al sole la cute interessata dall’ematoma.
Accorgimenti utili
- Raffreddare la zona interessata con impacchi freddi o borse del ghiaccio da applicare per 1- 2 giorni dopo il trauma a intervalli regolari;
- Applicare una fasciatura o un bendaggio compressivo per limitare il sanguinamento interno e la tumefazione;
- Riposo, soprattutto in caso di ematoma complesso;
- In alternativa alle terapie farmacologiche sono disponibili anche prodotti fitoterapici in creme, pomate o gel dalle proprietà antiinfiammatorie e lenitive a base ad esempio di arnica, ippocastano, camomilla, calendula, iperico;
- Aumentare il consumo di frutta e verdura ricche di vitamine dall’azione vasoprotettrice, vitamina C in primis;
- Evitare di esporre al sole la cute interessata dall’ematoma.
Ematoma: quando preoccuparsi
Nella maggior parte dei casi, come abbiamo detto, non c’è motivo di preoccuparsi in quanto si tratta di ematomi superficiali e che si riassorbono da soli in pochi giorni.
Al contrario, è bene non sottovalutare la situazione e rivolgersi al medico se:
- Il trauma interessa l’area cerebrale
- I lividi compaiono di frequente e/o senza una causa apparente;
- L’ematoma persiste per lungo tempo (oltre le 2 settimane);
- La cute risulta particolarmente gonfia;
- Il dolore è molto intenso;
- Compaiono i sintomi di un’infezione;
- Ad essere colpiti sono bambini molto piccoli.