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Sciatica

SINTOMI, CAUSE E RIMEDI

Benché siano molto usati in riferimento a un dolore abbastanza caratteristico che inizia dalla parte bassa della schiena e si irradia verso la gamba, i termini “sciatica” e “sciatalgia” non corrispondono a una condizione patologica precisa, ma a un insieme di sintomi derivanti dall’infiammazione del nervo sciatico, che può instaurarsi in vari punti del suo percorso ed essere innescata da cause diverse.

Arrivare a una diagnosi di sciatica è importante per affrontare il disturbo nel migliore dei modi fin dall’esordio, limitando intensità e durata del dolore ed evitando un’eccessiva compromissione delle attività abituali durante l’episodio acuto, nonché per pianificare modifiche dello stile di vita utili per la prevenzione di nuovi fenomeni infiammatori dello stesso tipo in momenti successivi. Vediamo come.

Sintomi dell’infiammazione del nervo sciatico

Il nervo sciatico è il nervo più voluminoso e lungo di tutto il corpo: può arrivare ad avere un diametro di 1,5-2 cm e una lunghezza di oltre mezzo metro. Si tratta di un nervo “misto” (ossia comprendente fibre motorie e sensitive), formato dall’unione di cinque nervi più piccoli (radici) che originano dal midollo spinale.

Il tronco principale del nervo sciatico si forma nella zona del gluteo, vicino al muscolo piriforme, scendendo poi verso la parte posteriore della coscia, fino al lato interno del ginocchio, per procedere, suddiviso in varie branche, verso il polpaccio e la parte inferiore della gamba, fino al piede e alle dita. Quando il nervo sciatico viene sollecitato in modo abnorme, il dolore che ne deriva segue in tutto o in parte lo stesso percorso, in relazione alle radici e/o al tratto di nervo interessato dall’infiammazione.

In genere, chi va incontro a un episodio acuto di sciatalgia lamenta un dolore simile a una scossa elettrica, a una pugnalata o a un crampo che parte dalla regione lombare della schiena o dal gluteo e scende posteriormente fino al ginocchio o al piede. Il dolore è di norma presente a livello di una sola gamba ed è persistente, diventando più intenso quando ci si muove (in particolare, quando si torce il busto o ci si piega in avanti), quando si stranutisce/tossisce e quando si cerca di alzare una gamba tesa mentre si è sdraiati sulla schiena.

Oltre alle fitte, possono essere presenti disturbi aggiuntivi come debolezza muscolare (con conseguente difficoltà di movimento del bacino e della gamba), sensazione di “gamba pesante” e parestesie, come formicoliosensazione di punture di spilli, intorpidimento, bruciore o altre alterazioni o perdita della sensibilità.

I sintomi del singolo attacco di sciatica possono insorgere in modo improvviso oppure graduale e, in genere, durano diverse settimane, creando un serio disagio nella vita quotidiana, soprattutto alle persone più attive o impegnate in attività professionali che richiedono un intenso uso della schiena o il mantenimento di una postura non fisiologica per periodi prolungati (operai che lavorano su macchinari, camionisti, conducenti di mezzi di trasporto pubblico ecc.).

Nonostante il dolore intenso, la sciatica non deve preoccupare eccessivamente, dal momento che si tratta di un disturbo “benigno”, che tende a risolversi spontaneamente senza lasciare danni a livello del nervo sciatico né fastidi residui. Nella maggior parte dei casi dovuti a cause comuni, i sintomi si esauriscono completamente nell’arco di 4-6 settimane, senza che sia necessario ricorrere a terapie invasive (infiltrazioni epidurali, intervento chirurgico ecc.) né dover stare a riposo troppo a lungo, salvo avere l’accortezza di evitare i movimenti e le attività che sollecitano maggiormente il nervo sciatico e accentuano il dolore.

Quali sono le cause della sciatica

La sciatica è un problema molto comune, tra i più frequenti riportati al medico di Medicina generale. Interessa in ugual misura uomini e donne, soprattutto nella fascia d’età 30-50 anni, mentre la sua insorgenza prima dei 20 anni è rara, a meno che non si vada incontro a traumi a livello della colonna lombare o sacrale.

La probabilità individuale di soffrirne nel corso della vita varia principalmente in funzione del livello/tipologia di attività fisica svolta in ambito sportivo o professionale e dello stile di vita, ma anche di una predisposizione genetica non meglio precisata. Il peso corporeo non sembra influenzare il rischio di sperimentare un attacco di sciatica nei giovani adulti, mentre può avere un impatto negativo dopo i 50-60 anni, se eccessivo. Altri fattori di rischio per il primo attacco di sciatica comprendono il fumo e il parto naturale per via vaginale.

La sciatalgia è innescata generalmente dall’infiammazione del nervo sciatico che, molto spesso, deriva dalla sua compressione a livello di una radice nervosa o lungo il suo percorso. La causa più comune del disturbo, soprattutto prima dei 40 anni, è rappresentata dalla presenza di un’ernia del disco a livello di una delle vertebre da cui escono le radici del nervo sciatico. Il disco intervertebrale protruso può, infatti, premere eccessivamente sul nervo e farlo infiammare.

Cause meno frequenti di sciatica comprendono condizioni come:

  • la spondilolistesi (scivolamento in avanti di una vertebra rispetto a quella sottostante)
  • i disallineamenti tra le vertebre lombari
  • la stenosi (ovvero il restringimento) del canale vertebrale a livello lombare.

Anche infiammazioni e spasmi a livello dei muscoli lombari o pelvici presenti vicino alle radici o al percorso del nervo sciatico possono determinarne la compressione e l’infiammazione, innescando l’attacco di sciatica. In questo caso, il muscolo maggiormente coinvolto è il piriforme: la cosiddetta “sindrome del piriforme” interessa soprattutto gli sportivi, come i runner e chi pratica sport che prevedono il mantenimento della posizione seduta, come il ciclismo, il canottaggio, l’equitazione ecc.

Come si arriva alla diagnosi di sciatica

La diagnosi di sciatica è essenzialmente clinica. Ciò significa che per capire se all’origine della sintomatologia c’è proprio l’infiammazione del nervo sciatico, almeno in una prima fase, non è necessario sottoporsi a esami di laboratorio o strumentali specifici, ma è sufficiente la visita medica. In particolare, il medico raccoglierà informazioni su tipo, intensità e localizzazione del dolore e degli altri sintomi sperimentati, sulle modalità di insorgenza e sulla durata del disturbo, nonché sui fattori che tendono a farlo peggiorare o a renderlo più sopportabile. Inoltre, verranno indagate la storia clinica precedente (in particolare, traumi al bacino, gravidanza, interventi chirurgici pregressi a livello della colonna vertebrale, dell’intestino o ginecologici ecc.) e le attività svolte nella vita quotidiana.

Durante la visita, il medico può sottoporre il paziente anche ad alcune “manovre-test” che causano un peggioramento del dolore se quest’ultimo è effettivamente determinato dall’infiammazione del nervo sciatico. Una di queste è il sollevamento della gamba tesa mentre si è sdraiati sulla schiena: se si tratta di sciatica dovuta a un’ernia del disco, in genere, compare un dolore nella regione lombare della schiena quando la gamba tesa viene inclinata verso l’alto di circa 30°-70° rispetto alla superficie d’appoggio.

Il ricorso a indagini strumentali e, in particolare, alla risonanza magnetica nucleare (RMN) è previsto esclusivamente se c’è un ragionevole dubbio che a causare i sintomi non sia propriamente l’infiammazione del nervo sciatico, ma altre patologie da trattare in modo mirato, per esempio quando il dolore è insorto dopo un trauma oppure quando si ritiene necessario intervenire chirurgicamente per eliminare un’ernia del disco o per correggere anomalie vertebrali dovute all’artrosi. Viceversa, l’esecuzione di una radiografia non è ritenuta utile in nessun caso, mentre la TAC andrebbe evitata per non esporre il paziente a radiazioni non necessarie. L’elettromiografia può essere effettuata nei casi di diagnosi dubbia, ma non è prevista tra gli esami di routine per la sciatalgia.

Rimedi utili contro la sciatica

Per favorire la risoluzione dell’attacco il riposo non è consigliato ed eccessive permanenze a letto vanno evitate perché non aiutano a ridurre l’infiammazione del nervo sciatico, mentre promuovono l’insorgenza di contratture, indolenzimenti e infiammazioni ad altre parti della schiena. D’altro canto, è bene anche evitare di stare seduti o in piedi troppo a lungo. La strategia più utile, quindi, è alternare il riposo (seduti o a letto) con le attività quotidiane abituali e il movimento fisico moderato (in particolare, camminate, ginnastica dolce o in acqua), in relazione ai sintomi presenti e alle capacità fisiche individuali.

Sia quando si è in piedi sia quando si è seduti, è indispensabile mantenere una postura corretta, eventualmente anche avvalendosi di poltrone ergonomiche o di dispositivi che aiutano a mantenere la schiena in posizione fisiologica (per esempio, cuscini per il supporto lombare). Un fisioterapista potrà suggerire anche esercizi mirati di stretching e rinforzo dei muscoli lombari e delle gambe, utili sia per favorire la risoluzione dell’attacco acuto di sciatica sia per prevenirne di ulteriori.

Per attenuare il dolore il medico può consigliare la terapia termica, che prevede l’applicazione di impacchi caldi o freddi sulla regione interessata, per periodi di circa 15-30 minuti, più volte al giorno. Inoltre, il medico può indicare per il controllo della sciatalgia acuta l’impiego di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come diclofenac e piroxicam, per alcuni giorni.

In alcuni casi di sciatica severa, il medico può valutare la prescrizione di farmaci puramente analgesici, come paracetamolo od oppiacei (che aiutano a contrastare il dolore, ma non sono in grado di agire sull’infiammazione che lo determina), oppure miorilassanti (per attenuare le contratture reattive indotte dall’infiammazione). Da evitare, invece, il ricorso all’agopuntura, sconsigliato da tutte le linee guida per la cura della sciatalgia.

L’intervento del fisioterapista, dell’osteopata o del chiropratico può contribuire ad alleviare i sintomi della sciatica attraverso manipolazioni e mobilizzazioni della colonna vertebrale nel tratto interessato. Se si opta per questi tipi di trattamento, è consigliabile rivolgersi a professionisti esperti in patologie della colonna vertebrale, con competenze certificate.

Terapie più invasive, come infiltrazioni di corticosteroidi/anestetici locali o il ricorso all’intervento chirurgico, sono necessarie in una minoranza di casi e vengono di norma prese in considerazione quando gli altri rimedi citati non sono risultati efficaci. In particolare, la chirurgia viene proposta soltanto in caso di sciatica moderata-severa che persiste per più di tre mesi, ma non sembra determinare vantaggi superiori alla terapia conservativa (basata su farmaci ed esercizio fisico) sul lungo periodo (1-2 anni); inoltre, deve essere sempre seguita dalla riabilitazione con un programma di fisioterapia personalizzato.

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