Lombalgia
COME RICONOSCERLA, PREVENIRLA E COMBATTERLA
Il dolore lombare, detto anche lombalgia o più semplicemente mal di schiena, indica un disturbo di carattere muscolo-scheletrico, in quanto va a interessare i muscoli e le ossa della parte inferiore della schiena, ovvero la regione lombare.
La presenza di dolore nella zona lombare è una condizione ampiamente diffusa nella popolazione occidentale, causa in alcuni casi, anche frequenti, di accessi in ortopedia, visite mediche specialistiche e una prolungata assenza dal lavoro.
In base alla durata del dolore si distinguono varie forme di lombalgia:
- Lombalgia acuta: è caratterizzata dalla comparsa improvvisa di un forte dolore, che tende a risolversi generalmente nel giro di pochi giorni. A questa categoria appartiene il cosiddetto “colpo della strega”, di fatto una contrattura muscolare causata da un movimento brusco o dall’aver sollevato un peso eccessivo;
- Lombalgia subacuta: la persistenza del dolore si protrae per più tempo rispetto alla forma acuta, anche se scompare entro le 12 settimane;
- Lombalgia cronica: nonostante il disturbo di norma sia più sopportabile rispetto al dolore acuto, è la forma di lombalgia più invalidante in quanto permane per più di 3 mesi, compromettendo, nelle situazioni più gravi, anche le normali attività quotidiane.
Non bisogna tuttavia confondere i termini lombalgia e lombosciatalgia.
Nel primo caso il dolore muscolo-scheletrico è localizzato a livello del rachide (cioè il raggruppamento di più vertebre di una specifica regione del corpo umano) lombare, dorsale o di entrambi, mentre nel secondo si irradia alla superficie posteriore della coscia a causa della compressione e dell’infiammazione del nervo sciatico, generalmente per la presenza di un’ernia alla colonna vertebrale.
Cause e rimedi della lombalgia
Le cause del dolore alla schiena possono essere molte. Tra le principali troviamo:
- infiammazione del nervo sciatico nota anche come “sciatica” o meglio “sciatalgia”;
- disturbi di varia natura a carico dei muscoli o delle articolazioni nella regione lombare e/o sacrale (osso sacrale) determinati a loro volta, ad esempio, da una contrattura muscolare, uno stiramento o una distorsione.
Oltre a queste, sono numerosi anche i fattori di rischio o le condizioni fisiche predisponenti che possono favorire l’insorgenza del mal di schiena:
- sedentarietà o in generale scarsa attività fisica
- mantenere la posizione eretta e statica per lungo tempo (in questo caso generalmente il dolore si irradia ad anca, glutei e gambe)
- sollevare carichi pesanti nel modo scorretto
- eccessivo sforzo fisico (ad esempio praticando sport di potenza, come il sollevamento pesi)
- assumere una postura scorretta da seduti e in piedi, soprattutto se mantenuta per un periodo di tempo prolungato
- sovrappeso e obesità
- debolezza muscolare
- camminare con calzature scomode o non adatte al terreno
- materasso non adeguato a un buon riposo notturno
- fattori psicologici come stress o depressione (favoriscono soprattutto la cronicizzazione del dolore)
- fumo
- piccoli infortuni
- colpi di freddo o correnti d’aria
- gravidanza e ciclo mestruale (il mal di schiena in gravidanza è comune soprattutto nell’ultimo trimestre, venendo alterata la fisiologia della curvatura della colonna vertebrale)
Talvolta, il mal di schiena è la manifestazione di patologie in corso come ad esempio:
- malattie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico (artrosi, artrite reumatoide, artrite reattiva o psoriasica, osteoartrite, osteoporosi ecc.)
- alterazioni dell’appoggio plantare (piede piatto, alluce valgo ecc.)
- deviazioni o compromissioni della colonna vertebrale (scoliosi, ernia del disco intervertebrale, degenerazione del disco o discopatie in generale, spondilolistesi, spondilolisi, frattura di una o più vertebre lombari ecc.)
- disturbi a livello della muscolatura addominale (appendicite, calcoli biliari o renali, gastroenterite, cisti ecc.)
- patologie neurologiche associate alla colonna (la “sindrome della cauda equina” ad esempio)
- alcune patologie strettamente femminili della zona pelvica (endometriosi, cisti ovariche, fibromi uterine, carcinomi ecc.)
- tumori ossei o del midollo
Come riconoscere il dolore lombare
Riconoscere un mal di schiena è relativamente semplice nonostante la sintomatologia possa variare, soprattutto in relazione alla causa del dolore.
Può infatti:
- persistere solo per alcuni giorni o per mesi
- presentarsi saltuariamente o in maniera ricorrente
- peggiorare con il passare del tempo, mantenersi stabile o scomparire dopo poco
- essere accompagnato da altri sintomi più o meno specifici, come intorpidimento esteso agli arti inferiori, spasmi muscolari o sensibilità al tatto
- accentuarsi in certi momenti della giornata, dopo uno sforzo fisico, un piccolo movimento di per sé innocuo, o manifestarsi anche a riposo
Se la presenza del dolore si protrae a lungo e non dà segni di miglioramento, è opportuno rivolgersi al proprio medico per una diagnosi più accurata, che vada a escludere eventuali complicazioni in modo da intraprendere il migliore trattamento di lombalgia.
Il medico, partendo dall’anamnesi e dalla valutazione fisica del paziente, può decidere di prescrivere test clinici (esami del sangue in particolare) e/o ulteriori esami medici e strumentali tra i quali la risonanza magnetica, una TAC o una radiografia, nel caso si sospetti la presenza di una lesione da trauma.
Risolvere il dolore lombare
Come le cause, i rimedi possono variare soprattutto in base all’intensità del dolore e alla storia clinica del paziente. Tra i trattamenti e i processi di cura generalmente raccomandati e attuati troviamo:
- sedute di fisioterapia, grazie alle quali uno specialista andrà a praticare nella zona interessata un massaggio decontratturante, coordinando inoltre l’esecuzione di esercizi di stretching e aerobici progressivamente più intensi, per rinforzare i muscoli e arrivare alla guarigione;
- corsi di rieducazione posturale. Se il vero problema è il non riuscire ad assumere o mantenere una postura corretta, ad esempio in ufficio o durante lo studio, praticare la ginnastica posturale sotto la supervisione di uno specialista (fisiatra o fisioterapista) può essere utile nell’apprendere le giuste accortezze e quali movimenti compiere anche durante le attività quotidiane, sia per facilitare il processo di guarigione che per prevenire ulteriori episodi;
- terapie fisiche alternative. Agopuntura, tecarterapia, laserterapia, infrarossi, massoterapia o l’applicazione di bande adesive elastiche in particolari posizioni, per ridurre la tensione dei muscoli della schiena (kinesio taping), sono tra i trattamenti medici che possono dare effetti positivi in caso di lombalgia, anche se la loro reale utilità dipende molto dalla tipologia e dalla causa del dolore.
Se il dolore non passa, anzi tende a peggiorare, può essere necessario ricorrere a terapie farmacologiche più aggressive, ad esempio attraverso la somministrazione di farmaci corticosteroidi, anestetici locali o analgesici oppioidi.
Talvolta, soprattutto in caso di ernia al disco particolarmente pronunciata, o in condizioni cliniche gravi (spondilolistesi o stenosi spinale), risulta indispensabile ricorrere anche alla chirurgia, seguita da opportuna riabilitazione.
Come alleviare il dolore lombare
In caso di lombalgia, i primi interventi hanno lo scopo di ridurre l’entità del disturbo.
Tra i consigli più utili:
- Riposo, anche se non totale, per non indebolire la muscolatura;
- Evitare di alzare pesi o di compiere inutili sforzi;
- In fase acuta, può dare sollievo dal dolore l’applicazione di impacchi freddi da sostituire in seguito con fasce o creme riscaldanti, per allentare la tensione muscolare;
- Nei casi di dolore particolarmente fastidioso, ma sempre sotto il controllo del proprio medico di fiducia, può essere utile l’assunzione di farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS), come ad esempio diclonac per via orale o topica attraverso pomate, creme, gel o cerotti medicati se il disturbo è localizzato.
Per rilassare la muscolatura possono inoltre essere utilizzati dei principi attivi miorilassanti. È importante però tenere presente gli effetti collaterali di questi farmaci, leggendo le informazioni contenute nel foglietto illustrativo. Terapie farmacologiche di questo tipo infatti non sono adatte nel trattamento del dolore lombare cronico, in quanto è raccomandato di assumerli per periodi di tempo limitato, non più di un paio di settimane;
- Applicare pomate, creme o gel fitoterapici. Soprattutto per i casi più lievi, in alternativa o in combinazione all’approccio farmacologico, è possibile ricorrere a prodotti naturali contenti sostanze attive dalle proprietà antiinfiammatorie o lenitive, quali ad esempio la canfora, il peperoncino o l’arnica.
Come prevenire il dolore lombare
Considerando come certe cause o fattori di rischio della lombalgia dipendano da alcune nostre abitudini scorrette, è possibile giocare d’anticipo andandole a modificare e puntando sulla prevenzione.
Di seguito sono elencate alcune delle strategie più utili.
- Praticare una costante attività fisica adeguata alla nostra età e condizione fisica. Il nuoto o la camminata regolare sono tra gli sport più consigliati. Anche esercizi di pilates o yoga, se svolti correttamente, possono portare benefici, in quanto contribuiscono a mantenere l’elasticità della muscolatura;
- Alzare pesi nel modo corretto, abbassandosi e facendo flessione sulle gambe in modo da scaricare il peso sugli arti inferiori, non solo sulle braccia e il tronco;
- Evitare movimenti bruschi e scoordinati;
- Assumere una postura corretta, sia eretta che seduta, soprattutto se la dobbiamo mantenere per molto tempo;
- Indossare calzature comode e che vadano ad assecondare e sostenere la normale curvatura della colonna vertebrale, in particolar modo se si richiede di mantenere una posizione eretta a lungo;
- Seguire programmi di ginnastica posturale;
- Mantenere il proprio peso nella norma per non andare a caricare eccessivamente le articolazioni, la muscolatura della regione lombare e soprattutto la colonna vertebrale, con il conseguente rischio di sviluppare ernie o discopatie, fattori predisponenti il mal di schiena;
- Scegliere un materasso ortopedico adatto a sostenere la schiena, che eviti di farci curvare eccessivamente la schiena durante il riposo notturno;
- Non sottovalutare i fastidi e i sintomi iniziali, soprattutto se persistenti, in quanto potrebbero peggiorare o comportare ulteriori complicazioni.
La prevenzione in età lavorativa
La postazione di lavoro deve essere adattata all’altezza del soggetto ed alle sue mansioni specifiche. Nella posizione seduta protratta si deve favorire la fisiologia della lordosi lombare. Questo significa che si deve accentuare la curvatura della schiena con una postura corretta, magari con il supporto di un cuscino tra nervo sciatico e schienale, avendo cura di cambiare spesso posizione.
Può essere utile camminare e di praticare una regolare attività fisica quotidiana mediante esercizi di stretching, bicicletta, sport, per mantenere l’efficienza della muscolatura addominale, vertebrale e glutea e ridurre le recidive della lombalgia.