Artrosi della spalla

SINTOMI, DIAGNOSI E TRATTAMENTI
La cartilagine presente all’interno dell’articolazione della spalla svolge la fisiologica funzione di ammortizzare le sollecitazioni che, durante i movimenti, sono prodotte dall’attrito tra le teste ossee di omero, scapola e clavicola.
Negli anziani, o nei soggetti predisposti, la cartilagine della spalla, come quella di altre articolazioni, può, tuttavia, andare incontro a un’usura progressiva, con conseguente dolore e rigidità, che possono avere un certo impatto sullo svolgimento delle attività quotidiane e sulla qualità della vita.
Quando questo accade, si parla di artrosi della spalla, una malattia degenerativa, caratterizzata proprio dal consumo della cartilagine e dal conseguente sfregamento delle ossa che compongono l’articolazione interessata. Di solito, nella spalla l’articolazione più colpita da artrosi è quella scapolo-omerale, formata, come dice il nome, dalla scapola e dall’omero.
Oltre alla spalla, le articolazioni più colpite da artrosi sono quelle presenti a livello delle ginocchia, delle anche, della colonna cervicale e lombare e delle mani.
È importante non confondere l’artrosi della spalla con un altro disturbo molto diffuso, la periartrite: infatti, sebbene entrambe le patologie possano causare dolore e rigidità, sono in realtà disturbi molto diversi tra loro. Mentre l’artrosi, come detto, è una patologia degenerativa dovuta all’usura dell’articolazione, la periartrite della spalla è caratterizzata invece da un’infiammazione dei tessuti articolari tipica di soggetti più giovani.
Cause dell’artrosi della spalla
L’articolazione della spalla è una struttura molto delicata e con una certa complessità anatomica, in cui l’equilibrio tra la componente muscolare, cartilaginea, ossea e legamentosa è molto importante per un corretto funzionamento.
Come già accennato, in una spalla in salute, la cartilagine forma una sorta di cuscinetto che permette all’articolazione di muoversi senza attrito. Tuttavia, in particolari condizioni, la cartilagine può lentamente consumarsi, causando una serie di disturbi, tipici dell’artrosi. Questo si verifica, solitamente, con l’avanzare dell’età, che rappresenta un fattore di predisposizione per lo sviluppo di artrosi della spalla. In questo caso si parla di una forma primaria di artrosi, dovuta all’usura dell’articolazione e non ad altre cause sottostanti.
Tuttavia, non sono da non sottovalutare, come fattori di rischio, soprattutto nei soggetti più giovani, anche i traumi della spalla, che possono predisporre allo sviluppo di artrosi. Infatti, i traumi ripetuti, come quelli causati da alcuni particolari lavori o sport (ad esempio, il tennis o la pallavolo) possono avere un ruolo critico nella genesi di alcune forme di artrosi che interessano in particolare l’articolazione gleno-omerale. A favorire lo sviluppo di artrosi può essere anche la rottura della struttura di muscoli e tendini detta cuffia dei rotatori. Inoltre, chi ha subito una precedente lussazione della stessa articolazione ha un rischio più elevato di sviluppare artrosi severa della spalla.
Infine, anche una frattura che è andata incontro a una errata guarigione, in seguito a trattamenti scorretti, può essere alla base dell’artrosi della spalla. In tutti questi casi si tratta di una forma di artrosi secondaria, che può insorgere, oltre che nelle condizioni finora descritte, anche in seguito a patologie metaboliche (come diabete o gotta) o a malformazioni anatomiche.
I sintomi tipici
Il primo sintomo a fare la sua comparsa nell’artrosi della spalla è il dolore, che può essere localizzato all’articolazione o può irradiarsi fino alla cervicale e lungo il braccio.
Inizialmente può insorgere solo in seguito a determinati movimenti, ma, con il progredire della malattia, può essere presente anche a riposo e diventare più forte durante la notte. In caso di artrosi possono svilupparsi anche i cosiddetti “osteofiti”, delle piccole escrescenze di tessuto osseo che si formano a livello delle articolazioni affette da artrosi e che possono causare dolore e aumentare la difficoltà di movimento. La presenza di osteofiti può provocare anche gonfiore e tumefazione nell’articolazione interessata.
Un altro sintomo peculiare dell’artrosi della spalla sono i cosiddetti “scrosci” articolari, tipici rumori che ricordano lo scorrimento di due superfici l’una sull’altra, che si verificano proprio perché tra le ossa che compongono l’articolazione non è più presente la giusta quantità di cartilagine per attutire lo sfregamento. Nelle fasi più avanzate, l’artrosi della spalla può avere come conseguenza una limitata mobilità articolare, fino alla perdita completa della funzionalità.
Come diagnosticare l’artrosi della spalla
La diagnosi di artrosi della spalla avviene per lo più tramite l’esame fisico da parte del medico che, durante la visita, rileverà la presenza dei sintomi caratteristici, quali dolore, limitazione funzionale e presenza di eventuali tumefazioni.
La diagnosi può, successivamente, essere confermata tramite una visita da uno specialista ortopedico e attraverso una serie di esami strumentali, in primis la radiografia. Infatti, attraverso una lastra ai raggi X è possibile osservare una riduzione dello spazio tra le ossa dell’articolazione e la presenza di osteofiti.
A differenza della radiografia, l’ecografia non è la tecnica di elezione per la diagnosi di artrosi, anche se può permettere di valutare l’integrità dell’articolazione. Invece, la risonanza magnetica nucleare consente di rilevare alterazioni dell’articolazione anche minime, facilitando così una diagnosi precoce. Per un’analisi ancora più accurata dell’artrosi, può essere utile anche l’esecuzione di una Tac con liquido di contrasto. In particolare, questo tipo di analisi è utile se il paziente è candidato al trattamento chirurgico o per valutare la presenza di lesioni del labbro glenoideo (cioè della cartilagine che permette la stabilità della testa dell’omero, l’osso più grande del braccio, nella cavità glenoidea).
Il trattamento dell’artrosi della spalla
Essendo l’artrosi della spalla causata da una progressiva degenerazione della cartilagine presente nell’articolazione, che non è possibile rigenerare, i trattamenti sono prevalentemente indirizzati al controllo dei sintomi e al recupero della mobilità. Nei casi meno gravi, la terapia fisica, come la Tens e la Tecar, e alcuni esercizi eseguiti con il supporto di uno specialista in fisioterapia, possono favorire la riabilitazione.
Tuttavia, trattandosi di un processo degenerativo, molto spesso questi interventi non sono sufficienti e il dolore e la rigidità possono aumentare col passare del tempo.
Le terapie farmacologhe a base di antinfiammatori e antidolorifici possono migliorare la qualità della vita del paziente. In particolare, sono consigliati farmaci analgesici (paracetamolo) e farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans), per esempio a base di diclofenac e piroxicam.
Se l’artrosi è ai primi stadi, può essere utile eseguire un’artroscopia, un intervento che consente di rimuovere eventuali frammenti di cartilagine, formati in seguito al suo danneggiamento, e i tessuti infiammati. Anche in questo caso, non si tratta di una cura risolutiva, ma l’artroscopia può donare sollievo dal dolore per un certo periodo di tempo.
Sono disponibili anche terapie a base di infiltrazioni di cortisone, che ha un forte potere antinfiammatorio, e a base di acido ialuronico, una sostanza normalmente contenuta nella cartilagine. L’acido ialuronico aiuta a lubrificare l’articolazione, diminuendo lo stress meccanico e migliorando la mobilità della spalla.
Quando l’artrosi della spalla si trova ormai negli stadi più avanzati e si presenta in una forma cronica o grave, l’unico rimedio possibile può essere l’intervento chirurgico, che consiste nell’impianto di una protesi. Questo tipo di intervento è solitamente consigliato nei pazienti più anziani o nei giovani che abbiano ormai una compromissione severa dell’articolazione.