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Artrosi all’anca

QUALI SPORT SONO CONSIGLIATI

L’artrosi è un problema tutt’altro che raro e quella all’anca lo è ancora di meno. A promuoverla può essere anche il solo passare degli anni, che può logorare tutte le articolazioni e, a maggior ragione, quelle che sopportano le sollecitazioni dovute al peso del corpo, come la zona lombare della schiena e, appunto, l’anca.

Fra i sintomi principali dell’artrosi sono inclusi dolore e rigidità articolari. Per questo chi convive con un’artrosi all’anca può ritrovarsi in difficoltà a compiere azioni apparentemente molto semplici, come piegarsi per allacciare le scarpe, alzarsi in posizione eretta o fare una breve camminata.

A volte il dolore compare all’improvviso, mentre in altri casi si sviluppa lentamente e peggiora con il tempo. Può aggravarsi al mattino, oppure dopo essere rimasti seduti per un po’. E man mano che gli anni passano può presentarsi sempre più spesso, limitando fortemente molte attività quotidiane e causando fastidi anche durante la notte o quando non si fa movimento.

L’attività fisica intensa può esacerbare il dolore. Tuttavia, una diagnosi di artrosi all’anca non corrisponde a una condanna all’inattività e al riposo. Anche lo sport trova infatti il suo spazio nella gestione della patologia, purché praticato in modo corretto e con qualche limitazione. Inoltre, è necessario avere una preparazione fisica adeguata e scegliere fra quelli più adatti, tenendo presente che alcuni tipi di attività motoria potrebbero aver addirittura contribuito allo sviluppo delle problematiche contro cui si sta combattendo.

 

Artrosi all’anca: le cause

In effetti tra sport e artrosi dell’anca può esserci una relazione piuttosto stretta. Tutto dipende dai meccanismi che portano allo sviluppo di questo problema.

La medicina ci insegna che l’artrosi è una patologia cronica degenerativa che colpisce le cartilagini presenti nelle articolazioni (da quelle nella colonna vertebrale a quelle negli arti). Nel caso dell’artrosi all’anca, la cartilagine coinvolta è quella che ricopre la testa del femore (cioè l’estremità tondeggiante, simile a una palla, dell’osso che forma l’impalcatura scheletrica della coscia) e quella che ricopre l’acetabolo (in anatomia, la conca del bacino all’interno della quale si inserisce la testa del femore).

La funzione della cartilagine all’interno delle articolazioni è proteggere le ossa agendo come un cuscino e, allo stesso tempo, permettendo all’articolazione di muoversi facilmente. In effetti, una cartilagine in salute ha un aspetto liscio e scivoloso.

Queste caratteristiche si mantengono anche grazie alla membrana sinoviale, il sottile strato di rivestimento interno della capsula articolare responsabile della produzione del liquido che, lubrificando la cartilagine, facilita i movimenti dell’articolazione (per esempio la rotazione della testa del femore nell’acetabolo).

In presenza di artrosi, la cartilagine dell’anca si presenta significativamente usurata. Come accennato, questa usura può essere un segnale degli anni che passano. Il fenomeno è graduale, e man mano che procede lascia dietro di sé una cartilagine sempre più logora e ruvida.

Come effetto collaterale, lo spazio fra il femore e l’osso del bacino si riduce significativamente. Purtroppo, si può arrivare anche a situazioni in cui la testa del femore entra in conflitto con la superficie dell’acetabolo, sfregandole contro. In questi casi le ossa tentano di reagire alla perdita di cartilagine. Il risultato non è però la formazione di un nuovo tessuto in grado di attutire gli sfregamenti, ma di strutture ossee dette “osteofiti”.

In genere tutto ciò non ha una causa specifica. Tuttavia, esistono alcuni fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di ritrovarsi alle prese con l’artrosi all’anca. Oltre alla già citata età, fra i fattori di rischio sono inclusi:

  • una storia familiare di artrosi
  • precedenti traumi all’articolazione dell’anca
  • l’obesità (che sovraccarica le articolazioni)
  • la displasia congenita dell’anca.

Anche il tipo di lavoro svolto e la debolezza della muscolatura possono giocare un ruolo non trascurabile. Inoltre, è stata rilevata una significativa associazione tra l’artrosi all’anca e la pratica regolare di alcuni sport.

 

Artrosi all’anca e attività fisica

Il possibile ruolo giocato dallo sport nello sviluppo dell’artrosi dell’anca aiuta a spiegare perché un problema degenerativo di questo tipo possa colpire non solo gli anziani, ma anche individui ben più giovani.

Da un lato, l’attività fisica può aiutare a contrastare i fattori di rischio che mettono in pericolo la salute della cartilagine articolare, agendo come arma di prevenzione, insieme alla dieta, per esempio contro sovrappeso od obesità. D’altra parte, però, un’attività fisica intensa può aumentare il rischio di traumi che possono danneggiare la cartilagine articolare. Fra gli sport che sono stati associati a un maggior rischio di artrosi sono inclusi la corsa a intensità elevata su lunga distanza e il football americano; quest’ultimo, in particolare, sembra in grado di compromettere la salute di diverse articolazioni (non solo quella dell’anca) a causa dell’elevato rischio di infortuni.

Nel caso del wrestling, invece, la cartilagine è esposta a rischi sia per l’elevato peso corporeo che deve sopportare, sia per l’intenso allenamento di forza, con i pesi, cui si sottopongono gli atleti, che può sovraccaricare eccessivamente le articolazioni. Quella dell’anca è proprio una delle articolazioni più a rischio nei wrestler, ma non solo. Anche altri sportivi, come i giocatori di hockey, possono andare più facilmente incontro all’artrosi all’anca.

 

Artrosi all’anca: quali sport praticare

Come detto, la varietà di sport associati a un maggior rischio di artrosi è piuttosto ampia. Tuttavia, se l’attività fisica non impatta eccessivamente sull’articolazione, può addirittura aiutare il recupero funzionale dell’articolazione. In effetti le ricerche sul tema suggeriscono che l’attività fisica possa essere utile, in associazione alla terapia eventualmente indicata dal medico, per ridurre il dolore e aumentare la stabilità e la flessibilità dell’articolazione nei soggetti che hanno ricevuto una diagnosi di artrosi dell’anca.

Ma quali sport e tipi di ginnastica è possibile continuare a praticare una volta che l’artrosi all’anca è già stata diagnosticata? Dai dati a disposizione emerge che sia la raccomandazione di praticare 150 minuti alla settimana di attività fisica di intensità moderata suddivisa in sessioni da almeno 10 minuti, sia quella di praticare attività fisica di intensità moderata per almeno 45 minuti totali in una settimana permettono di migliorare la funzionalità di un’anca colpita dall’artrosi.

Scendendo nel dettaglio delle attività più adatte in caso di artrosi, è consigliabile:

  • mantenere un basso impatto dell’esercizio sull’articolazione dell’anca
  • praticare esercizi che permettano all’articolazione di compiere più movimenti possibili
  • eseguire attività che consentano il rinforzo dei muscoli per supportare e proteggere meglio l’articolazione.

Diverse discipline di fitness da praticare in acqua possono rivelarsi una scelta adatta: è possibile, per esempio, correre o fare aerobica in piscina e, darsi al nuoto.

Lo yoga e il pilates sono invece utili per migliorare le capacità di movimento e la flessibilità delle articolazioni. Scegliendo gli esercizi giusti, sotto la guida di un esperto, è possibile anche ridurre la pressione esercitata sull’anca.

Anche la cyclette o la bicicletta rientrano tra le possibili attività praticabili, in quanto offrono il vantaggio di alleggerire il carico sulle articolazioni degli arti inferiori, soprattutto se si adotta una postura adatta.

Il tennis, invece, può stressare molto le articolazioni a causa dei rapidi cambi di velocità e di direzione imposti dal gioco. Rinunciare al singolo per darsi al doppio potrebbe consentire di continuare a praticare questo sport anche dopo una diagnosi di artrosi; prima di farlo è però bene chiedere un parere al proprio medico curante, a uno specialista in ortopedia o al proprio fisioterapista, che potranno dare consigli più specifici dopo un’opportuna visita che accerti lo stato dell’articolazione.

Anche la corsa potrebbe stressare eccessivamente un’articolazione colpita dall’artrosi. Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di dedicarsi alle camminate, purché muniti di appositi sostegni per la deambulazione (i bastoncini). Attenzione, però, a non sottovalutare il possibile impatto sulle articolazioni: meglio programmare in anticipo percorsi e sforzi associati.

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