Artrosi del ginocchio o gonartrosi

SINTOMI, DIAGNOSI E TRATTAMENTI
L’artrosi è una malattia degenerativa legata all’usura della cartilagine che ricopre e protegge le ossa a livello delle articolazioni. In condizioni normali la cartilagine ammortizza il carico e, allo stesso tempo, favorisce lo scorrimento dei capi articolari. Quando, per diversi motivi, si altera e inizia sfaldarsi, perde la sua elasticità, cosa che può portare nel tempo a una sofferenza dell’osso sottostante, che si ispessisce e si deforma.
Tra le articolazioni più spesso interessate dall’artrosi rientrano il ginocchio, la colonna vertebrale, l’anca e le mani. In particolare, l’artrosi del ginocchio, nota anche come gonartrosi, è quella più spesso diagnosticata. Una piccola parte delle donne e degli uomini sopra i 60 anni presentano un’artrosi del ginocchio sintomatica, la cui prevalenza tende ad aumentare con l’età per arrivare a interessare una buona parte degli over 70.
Le cause
La cartilagine che riveste le superfici delle articolazioni dotate di movimento, come quella del ginocchio, è un tessuto molto delicato, costituito essenzialmente da collagene, proteoglicani, condrociti (le cellule del tessuto cartilagineo) e acqua. Grazie alla sua composizione e al contributo del liquido sinoviale che circonda l’articolazione, la cartilagine permette lo scorrimento senza attrito tra le superfici articolari e un corretto funzionamento del ginocchio. Tuttavia, con il passare del tempo e con la complicità di numerosi fattori, la cartilagine può assottigliarsi e frammentarsi.
L’artrosi del ginocchio è classificata in primaria o secondaria, a seconda della causa: l’artrosi primaria è conseguenza di una degenerazione della cartilagine senza alcun motivo noto.
Esistono però persone che costituzionalmente presentano una cartilagine più fragile e sono quindi più soggette a usura; lo stesso vale per la fisiologica degenerazione cartilaginea legata all’invecchiamento. L’artrosi secondaria del ginocchio è invece conseguenza di particolari condizioni, come per esempio:
- lesioni meniscali o interventi di rimozione di questi “ammortizzatori”
- fratture delle superfici articolari di femore o tibia nel caso in cui alterino la continuità articolare (causando una sorta di “effetto grattugia”)
- deformità dell’asse della gamba, quali ginocchio varo (arti inferiori a O) o valgo (arti inferiori a X), a maggior ragione se associate a sovrappeso od obesità
- lesioni dei legamenti (in particolare crociato anteriore e talvolta quello posteriore), anche se non causano problematiche tali da richiedere l’intervento chirurgico
- sport, dalla corsa al calcio, praticati in modo intensivo per molti anni
- alcune malattie come l’artrite reumatoide, la gotta, la scoliosi, ecc.
Esistono poi numerosi fattori di rischio, alcuni non modificabili, come l’età, il sesso femminile e la predisposizione genetica, e altri invece modificabili quali:
- traumi articolari
- attività che richiedono di stare a lungo in piedi o di effettuare piegamenti ripetuti del ginocchio
- debolezza o squilibrio muscolare
- sovrappeso od obesità.
I sintomi
L’artrosi è in genere una malattia progressiva e i disturbi diventano più gravi, più frequenti e più debilitanti nel tempo, con ripercussioni negative sulla qualità della vita. La velocità di progressione della malattia è però molto variabile, così come l’intensità dei sintomi. I più comuni sono:
- dolore al ginocchio durante la deambulazione, quando si salgono o si scendono le scale, e, più in generale, si carica il ginocchio, che di solito inizia in modo graduale e peggiora con l’attività
- rigidità e gonfiore del ginocchio
- limitazione della capacità di movimento dell’articolazione
- zoppia nei casi più gravi e avanzati.
Il dolore dovuto all’artrosi è di tipo meccanico: aumenta con il movimento e diminuisce con il riposo. La rigidità si avverte soprattutto al mattino o dopo una prolungata inattività ed è sempre transitoria (dura meno di mezz’ora). Le limitazioni della funzionalità del ginocchio, in genere, insorgono quando l’artrosi è ormai avanzata.
La diagnosi
In genere la motivazione che spinge il paziente a consultare il proprio medico di medicina generale o lo specialista in ortopedia per un controllo è il dolore al ginocchio. Dopo una prima valutazione della sintomatologia e della storia clinica del paziente, la visita prosegue con l’esame fisico del ginocchio. Il medico valuta la presenza di gonfiore, la tonicità o meno del quadricipite, eventuali deformità dell’asse del ginocchio (varo o valgo), la mobilità articolare.
Inoltre, ricorre a test specifici: in pratica si tratta di manovre sul ginocchio che aiutano lo specialista a capire meglio il quadro clinico e a valutare se i sintomi avvertiti possano essere associati a una lesione del menisco (mediale o laterale), a un problema alla rotula piuttosto che a lesioni legamentose o di altra natura.
L’indagine diagnostica più adatta per confermare la diagnosi di artrosi è la radiografia, che permette di evidenziare con chiarezza le alterazioni che subisce il ginocchio, soprattutto se la malattia è in fase avanzata. Quando l’artrosi è iniziale, può essere utile il ricorso alla risonanza magnetica, mentre l’ecografia non è di alcuna utilità. Può avere senso eseguire questo esame solo se si sospettano problematiche come le borsiti.
La terapia
Alla base dell’artrosi c’è un processo degenerativo che evolve nel tempo, motivo per cui non esiste un trattamento risolutivo. Tuttavia, per rallentare l’erosione della cartilagine, e quindi la progressione della patologia, si può ricorrere a varie misure.
In genere in prima battuta la terapia è conservativa e solo quando questa fallisce, o non è più sufficiente, si considera il trattamento chirurgico.
I trattamenti conservativi
Quando l’artrosi del ginocchio è diagnosticata in fase precoce si può ricorrere a diverse misure per rallentarne l’evoluzione e lenire i sintomi. Le principali sono:
- la perdita di peso se si è in sovrappeso od obesi, attraverso una dieta equilibrata e un’attività aerobica a basso impatto
- la fisioterapia, in particolare un programma di riabilitazione muscolare che ha lo scopo di mantenere la mobilità del ginocchio e la tonicità dei muscoli
- la terapia farmacologica con farmaci antinfiammatori non steroidei (come diclofenac, piroxicam ecc.) in fase acuta
- farmaci a base di glucosamina e condroitina (condroprotettori), componenti strutturali della cartilagine. Sembra che questi preparati, con una buona tollerabilità, abbiano un’azione antidolorifica nel lungo termine. Sono invece contrastanti i dati che ne suggeriscono la capacità di contrastare il danno articolare degenerativo
- le terapie fisiche (tecarterapia, laserterapia, ionoforesi ecc.)
- le infiltrazioni intra-articolari di corticosteroidi, soprattutto se è presente una notevole componente infiammatoria
- le iniezioni intra-articolari di acido ialuronico, che ha un effetto lubrificante e può aiutare ad aumentare la formazione naturale di questa sostanza da parte dell’articolazione stessa.