Dolori alle ossa in menopausa
PERCHÉ INSORGONO E COME ALLEVIARLI
La menopausa non è una malattia, ma una naturale tappa nella vita delle donne, quella che segna la fine dell’età fertile e riproduttiva con la cessazione del ciclo mestruale. Essa, però, determina una serie di cambiamenti nel corpo femminile che possono causare, in molte donne, la comparsa di sintomi anche piuttosto fastidiosi, come, ad esempio, vampate di calore, problemi a livello urogenitale, disturbi del sonno, irritabilità, ansia, aumento di peso e pelle secca.
Non mancano di farsi sentire per la prima volta o di peggiorare anche dolori muscolari, articolari e alle ossa:
è stato, infatti, stimato che più della metà delle donne, durante il periodo della menopausa, si trova a soffrire di artralgie, ovvero dolori a una o più articolazioni. È stato, inoltre, calcolato che in perimenopausa (il periodo che precede la menopausa vera e propria) molte donne sono colpite da dolore muscolo-scheletrico; in postmenopausa le probabilità di sviluppare dolore sono sovrapponibili alla perimenopausa, ma, è maggiore la possibilità che il dolore muscolo-scheletrico sia da moderato a grave. La stessa artrosi, che rappresenta la principale malattia reumatica e può coinvolgere tutte le strutture articolari, non solo colpisce di più le donne in postmenopausa rispetto agli uomini di pari età, ma aumenta anche in termini di gravità
È facile comprendere come la comparsa o il peggioramento di condizioni come mal di schiena e/o dolori e rigidità più o meno intensi a gambe o braccia, spalle, anche, mani e piedi finisca per interferire con le attività quotidiane e per avere un impatto negativo sulla qualità della vita quotidiana, tanto più in una fase già caratterizzata da importanti cambiamenti come quella della menopausa. Scopriamo, allora, quali sono i possibili legami tra menopausa e dolori ossei, muscolari e articolari e che cosa si può fare per ritrovare il benessere.
Cosa succede in menopausa
La menopausa è un fenomeno biologico naturale al quale l’organismo femminile va incontro mediamente tra i 49 e i 52 anni di età (se si verifica prima dei 40 anni si parla di menopausa precoce).
Con questo termine ci si riferisce in particolare al momento in cui cessano definitivamente le mestruazioni, ovvero dopo che sono trascorsi almeno 12 mesi senza un ciclo mestruale. A partire da questo momento la donna entra nella postmenopausa.
I mesi o gli anni immediatamente precedenti alla menopausa, a partire da quando comincia una certa irregolarità mestruale, rientrano nel periodo definito perimenopausa (o climaterio) che rappresenta la fase di passaggio (per questo definita anche transizione menopausale) dalla vita riproduttiva a quella postmenopausale.
Ma cosa succede di fatto all’organismo femminile? In poche parole, gradualmente si va incontro a un esaurimento dei follicoli presenti nelle ovaie, deputati alla produzione degli ormoni sessuali (principalmente estrogeni e progesterone), che regolano la vita riproduttiva della donna. Di conseguenza si determina una carenza di tali ormoni e in particolare un calo di estrogeni. Tra i primi effetti di tali cambiamenti ormonali si ha un’irregolarità del ciclo mestruale, che caratterizza tutto il periodo di transizione menopausale: a volte le mestruazioni saltano per un mese poi ritornano il successivo oppure mancano per più mesi prima di rimanifestarsi; il flusso può anche essere più breve e verificarsi in tempi più ravvicinati. Questo fino a che il ciclo cessa definitivamente.
La riduzione degli estrogeni non influisce solo sul ciclo, ma è all’origine di molti dei sintomi sperimentati nella perimenopausa. Per esempio, una loro carenza contribuisce a provocare l’atrofia del tessuto urogenitale, che porta con sé generalmente secchezza vaginale, bruciore, prurito e dispareunia (dolore durante i rapporti). Anche le vampate rientrano tra i fastidi tipicamente correlate ai cambiamenti ormonali.
Qual è il legame tra menopausa e dolori a ossa, articolazioni e muscoli
La relazione tra menopausa e alterazioni a livello muscolare, articolare e scheletrico è studiata da tempo, soprattutto per capire se dolori osteo-articolari e muscolo-scheletrici possano dipendere, almeno in parte, dalla carenza di estrogeni o se non siano invece più semplicemente imputabili all’invecchiamento.
In generale si può dire che i fattori in gioco nella salute muscolo-scheletrica sono certamente molteplici, ma tra questi anche gli ormoni sembrano rivestire un ruolo importante.
Il calo di estrogeni sembra infatti in grado di produrre cambiamenti a livello osseo e a livello muscolare. L’osso non è una struttura inerte, ma un tessuto che si rinnova costantemente e rapidamente nel corso della vita: gli osteoblasti sono cellule che formano nuovo osso, mentre gli osteoclasti distruggono e riassorbono l’osso invecchiato. La carenza di estrogeni causa un aumento dell’attività degli osteoclasti e, quindi, un’accelerazione della perdita ossea. Ciò comporta un aumento del rischio di osteoporosi, con ossa fragili, deboli e più esposte alle fratture.
Gli estrogeni, in particolare l’estradiolo, contribuiscano anche alla salute dei muscoli poiché sono grado di stimolare la rigenerazione e il mantenimento del tessuto muscolare. La loro carenza può quindi accelerare il deterioramento muscolare e la comparsa della sarcopenia, condizione legata all’invecchiamento (e al cui sviluppo contribuiscono anche altri fattori, tra cui una ridotta attività fisica e una dieta con un basso apporto di proteine) caratterizzata da una riduzione della forza e della massa muscolare.
Per quanto riguarda i tessuti articolari, a lungo si è creduto che fossero insensibili all’azione degli ormoni estrogeni o alla loro carenza, ma ora vi sono prove crescenti dell’influenza di questi ormoni sulle cartilagini, (sulle quali avrebbero un ruolo protettivo e di riduzione dei danni), e anche su altri tessuti dell’articolazione (compresi membrana sinoviale, legamenti e capsula articolare). Alcuni studi sono quindi giunti alla conclusione che la carenza di estrogeni possa rientrare tra i fattori di rischio che portano alla degenerazione delle cartilagini articolari e all’artrosi.
Menopausa e dolori a ossa, muscoli e articolazioni: sintomi, rimedi e prevenzione
La menopausa non è una malattia e come tale non richiede una cura, ma possono essere necessari trattamenti in caso si manifestino sintomi fastidiosi. Per questo è consigliabile, quando si ritiene di aver iniziato la transizione menopausale, rivolgersi al proprio ginecologo per una visita, avendo cura di riferirgli tutti i sintomi, compresi eventuali dolori muscolari, ossei e articolari.
In generale i problemi muscolo-scheletrici o reumatici sono caratterizzati da dolore, di intensità variabile, e conseguente riduzione della gamma di movimento e funzionalità in una o più parti dell’apparato muscolo-scheletrico, come mani e piedi, colonna vertebrale, anche e ginocchia. In alcuni casi possono essere presenti anche gonfiore, arrossamento e calore nella zona interessata.
Una volta raccolte tutte le informazioni utili, il ginecologo, per compensare il calo di ormoni cui si va incontro e i sintomi che porta con sé, può decidere di prescrivere la cosiddetta terapia ormonale sostitutiva, che prevede appunto l’assunzione di estrogeni, da soli o in combinazione con progesterone. Questo trattamento ha dimostrato di avere qualche beneficio nell’alleviare dolori articolari associati alla transizione menopausale, di svolgere un ruolo protettivo contro la perdita ossea e, secondo alcuni studi, se usato nella fase iniziale della menopausa può aiutare anche a mantenere la salute muscolare.
I dati disponibili sono però controversi, per cui la terapia ormonale non viene generalmente considerata come trattamento di prima linea contro dolori ossei, articolari e muscolari in menopausa; possono comunque trarne vantaggio le donne alle quali viene prescritta per altri sintomi del climaterio, come le vampate. È bene quindi chiedere consiglio in merito al proprio ginecologo.
A seconda delle esigenze individuali, e in base al risultato di esami di accertamento (per esempio una mineralometria ossea, per valutare la densità dell’osso), il medico o lo specialista possono prescrivere farmaci per prevenire o curare l’osteoporosi (soprattutto nelle donne che presentano fattori di rischio specifici, come una storia familiare di fratture vertebrali), che aiutano a ridurre la perdita ossea e il rischio di fratture, così come appositi integratori (in particolare di vitamina D).
Per alleviare la sintomatologia dolorosa, per esempio in presenza di artrosi, possono essere raccomandati farmaci analgesici (come il paracetamolo) o FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) a base, per esempio, di piroxicam o diclofenac. Possono essere consigliate inoltre iniezioni intrarticolari di acido ialuronico, per lubrificare l’articolazione colpita.
In generale, per alleviare dolori muscolari, articolari e ossei in menopausa e/o per prevenirne la comparsa o il peggioramento, viene inoltre incoraggiata l’eventuale modifica delle proprie abitudini puntando a uno stile di vita sano che comprenda:
- una dieta equilibrata che preveda in particolare un adeguato apporto di proteine e includa anche alimenti e acqua ad alto contenuto di calcio. Una corretta strategia nutrizionale, oltre ad aiutare a preservare la salute ossea e muscolare, permette di tenere sotto controllo il peso corporeo che in menopausa tende ad aumentare (il sovrappeso e l’obesità sono a loro volta fattori di rischio per molti problemi muscolo-scheletrici)
- la cessazione dell’eventuale vizio del fumo che, senza dimenticare i tanti altri problemi che può causare, rappresenta anche un fattore di rischio per l’osteoporosi, poiché può agire direttamente sull’osso, inibendo l’attività degli osteoblasti
- la pratica regolare di esercizio fisico, in particolare esercizi aerobici e di resistenza che contribuiscono a migliorare la forza e la massa muscolare, aiutando anche a ridurre il grasso intramuscolare. Programmi di esercizi che combinano l’allenamento sia aerobico sia di resistenza hanno mostrato anche di ridurre il dolore in chi soffre di artrosi. In generale poi, la pratica di uno sport, oltre ad aiutare a controllare il peso corporeo, è benefica per il tono dell’umore e può aiutare a gestire lo stress (fattore che può esacerbare i sintomi della menopausa).