Borsite trocanterica
COS'È E COME SI CURA
Un dolore lungo il fianco, che parte dall’osso dell’anca e scende verso la coscia, da un solo lato. Potrebbe trattarsi di borsite trocanterica, un problema articolare che interessa soprattutto gli sportivi e le donne, molto fastidioso, ma che può essere trattato, principalmente con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e fisioterapia.
Che cos’è la borsite trocanterica
La borsite trocanterica, tecnicamente chiamata anche “borsite del grande trocantere” o “sindrome dolorosa trocanterica” e più comunemente nota come “borsite dell’anca”, consiste nell’infiammazione della struttura anatomica a forma di piccolo sacchetto, morbido e ripieno di liquido, chiamato “borsa”, che ricopre appunto il trocantere, ovvero la protuberanza ossea posizionata nella parte superiore laterale del femore.
Come le altre borse presenti a livello delle principali articolazioni del corpo (spalla, gomito, ginocchio, caviglia ecc.), la borsa che riveste il trocantere femorale ha la funzione di attutire gli attriti tra le superfici articolari e i tessuti molli che le circondano, rendendo i movimenti più “fluidi” e riducendo l’usura e l’irritazione dei tendini e dei legamenti posizionati vicino alle parti ossee.
L’involucro della borsa (il “sacchetto esterno”), ossia la parte che effettivamente va incontro a infiammazione, è chiamato sinovia, mentre il fluido contenuto al suo interno è detto “liquido sinoviale”.
In alcuni casi, si parla di borsite dell’anca anche quando l’infiammazione riguarda la borsa posta tra il muscolo ileopsoas e la parte anteriore dell’osso dell’anca, al centro del bacino, dove ha la funzione di ridurre l’attrito tra il muscolo ileopsoas e la testa del femore. Questa condizione, chiamata borsite dell’ileopsoas, si riscontra, però, più raramente e dà sintomi diversi rispetto alla borsite trocanterica.
I sintomi tipici della borsite trocanterica
Il sintomo principale della borsite trocanterica è l’insorgenza di un dolore acuto, di tipo infiammatorio, in corrispondenza della punta dell’osso dell’anca interessata (dolore monolaterale). Soprattutto nelle fasi iniziali, il dolore è di norma ben localizzato nella zona del fianco e può irradiarsi lungo la fascia laterale della coscia, ma non anteriormente né posteriormente, verso il gluteo.
Ciò permette di distinguere la borsite trocanterica sia dalla borsite dell’ileopsoas (caratterizzata da un dolore localizzato in una sede più centrale del bacino, che si irradia anteriormente verso l’inguine e la parte alta interna della coscia) sia dalla sciatica (nella quale il dolore insorge tipicamente a livello della zona lombare della schiena e/o del gluteo, per irradiarsi poi alla parte posteriore della gamba, fino al ginocchio e al piede). Sul fianco dolente può comparire un lieve gonfiore, mentre l’aspetto della pelle è quasi sempre normale, arrossandosi solo nei casi di infiammazione più severa.
Se l’infiammazione della borsa trocanterica non viene contrastata con una buona terapia, il dolore da acuto e localizzato può diventare sordo ed estendersi in un’area più ampia del bacino, rendendo più difficile riconoscerne l’origine esatta. In alcuni casi, il paziente con borsite trocanterica lamenta anche mal di schiena, in sede lombare.
Il dolore della borsite trocanterica insorge in modo graduale e tende a peggiorare durante la notte, soprattutto se ci si sdraia sul lato interessato dall’infiammazione, e quando ci si alza da una sedia o da una poltrona dopo essere stati seduti a lungo. I sintomi possono, inoltre, svilupparsi dopo una lunga camminata, oppure dopo aver salito le scale o aver fatto piegamenti sulle gambe (squat). Se il dolore è molto intenso, può creare difficoltà significative, non soltanto quando si pratica sport, ma anche nelle attività quotidiane, impedendo di essere pienamente indipendenti e di dormire bene.
Che cosa causa la borsite trocanterica
La borsite trocanterica può interessare chiunque, specie in età adulta, ma tende a manifestarsi più frequentemente nelle donne dopo i 40-50 anni e nelle persone anziane di entrambi i sessi. A qualunque età, tuttavia, gli uomini tendono a soffrirne meno del genere femminile grazie a una diversa anatomia del bacino.
Oltre al sesso e all’età, sono stati individuati alcuni fattori di rischio, associati a una maggiore probabilità di andare incontro all’infiammazione della borsa trocanterica. I principali comprendono:
- esecuzione di attività fisica caratterizzata da movimenti ripetuti o sovraccarico dell’articolazione dell’anca (come correre, salire e scendere le scale, arrampicarsi o camminare in montagna su notevoli dislivelli, andare in bicicletta ecc.)
- stare in piedi molto a lungo (per esempio, per ragioni professionali)
- stile di vita eccessivamente sedentario o lunghe permanenze a letto
- traumi muscolari e/o ossei a carico dell’articolazione dell’anca, in particolare a livello del trocantere femorale (cadute, incidenti stradali ecc.)
- sollecitazione posturale inappropriata dell’articolazione dell’anca (in particolare, il rimanere sdraiati su un fianco troppo a lungo)
- patologie della colonna vertebrale, come scoliosi, disallineamenti vertebrali, artrosi
- leggera differenza di lunghezza delle gambe, non compensata da plantari, che porta a camminare in modo sbilanciato, sollecitando una o entrambe le anche in modo abnorme
- presenza di artrite reumatoide (patologia infiammatoria articolare con base immunitaria che facilita l’infiammazione delle borse)
- storia di interventi chirurgici a livello dell’anca (come applicazione di protesi femorali parziali o sostituzione totale dell’articolazione dell’anca)
- presenza di osteofiti (protuberanze ossee) sulle superfici articolari dell’anca
- depositi di calcio a livello dei tendini dell’articolazione dell’anca
- obesità o sovrappeso.
Come si riconosce la borsite trocanterica
Per il medico di medicina generale è abbastanza semplice arrivare alla diagnosi di borsite trocanterica sulla base dei sintomi lamentati dal paziente durante la visita (tipo di dolore, reazione alla palpazione, localizzazione e irraggiamento) e della loro modalità di insorgenza (durante una specifica attività o in seguito a traumi), tenuto conto dell’età, del sesso e della storia clinica pregressa della persona interessata.
Per una valutazione più precisa e approfondita dello stato dell’anca nel suo complesso, il medico può richiedere l’esecuzione di alcuni esami di imaging come la radiografia (essenzialmente per evidenziare fratture o anomalie ossee), l’ecografia o la risonanza magnetica nucleare (RMN).
La RMN viene sempre effettuata anche quando il dolore all’anca (dovuto alla sola borsite trocanterica o a un problema articolare più complesso) persiste da tempo, senza essere adeguatamente alleviato dalla terapia conservativa (farmaci, esercizio fisico ecc.), e si prevede di dover eseguire un intervento chirurgico per ripristinare un’adeguata funzionalità dell’anca e migliorare la qualità di vita del paziente.
I trattamenti che aiutano a eliminare il dolore all’anca
Il trattamento della borsite trocanterica è nella quasi totalità dei casi di tipo conservativo: il medico può consigliare riposo (ma non l’immobilità), l’impiego di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS, come diclofenac o piroxicam), modificazioni dello stile di vita, terapie fisiche e, eventualmente, infiltrazioni di corticosteroidi.
Anche la fisioterapia ha un ruolo importante contro la borsite trocanterica. L’esecuzione di sessioni di stretching mirato ed esercizi indicati dallo specialista per rinforzare e rendere più elastici i muscoli che supportano i movimenti dell’anca e della coscia può favorire la risoluzione dell’episodio acuto e aiutare a prevenire recidive.
Altre terapie fisiche che possono essere consigliate dal medico per contribuire ad alleviare infiammazione e dolore all’anca comprendono gli impacchi freddi ripetuti più volte durante la giornata. In alcuni casi, lo specialista ortopedico può proporre anche la terapia con laser ad alta intensità oppure con ultrasuoni o onde d’urto, più utili quando il problema è diventato cronico.
Se i rimedi citati non riescono a portare alla guarigione, l’ortopedico può proporre l’iniezione locale di corticosteroidi e anestetici. Se il disturbo dovesse insorgere nuovamente dopo 6-12 mesi, l’iniezione locale di corticosteroidi può essere ripetuta una seconda volta, mentre è sconsigliato insistere ulteriormente con una terapia di questo tipo per non danneggiare i tendini, i legamenti e gli altri tessuti molli articolari.
L’opzione chirurgica
La chirurgia non è quasi mai necessaria per trattare la borsite trocanterica. All’intervento chirurgico, a cielo aperto o in artroscopia, il medico ricorre soltanto se tutti i trattamenti conservativi sono risultati inefficaci, cosa che avviene raramente dal momento che si tratta di una condizione benigna, poco recidivante.
Quando necessaria, la rimozione della borsa trocanterica non causa danni né sequele funzionali sfavorevoli all’articolazione dell’anca, che continuerà a poter essere usata senza problemi in modo del tutto normale. L’intervento chirurgico viene generalmente eseguito in day-hospital o con una sola notte di ricovero e il ritorno alle attività quotidiane è abbastanza rapido. Va, tuttavia, previsto un periodo di riabilitazione post-operatoria per favorire il pieno recupero funzionale.
Come ridurre il rischio di borsite trocanterica
Benché la borsite trocanterica non possa essere sempre prevenuta, esistono alcune buone regole di vita e accorgimenti pratici che possono aiutare a ridurre il rischio di soffrirne o di vederla peggiorare quando già presente. I principali comprendono:
- evitare attività che impongono movimenti ripetitivi degli arti inferiori e dell’articolazione dell’anca
- mantenere il peso corporeo nella norma; se si è in sovrappeso, cercare di raggiungere il peso forma per caricare meno la regione del bacino
- indossare scarpe comode, di buona qualità e con plantari che offrano un buon supporto del piede; se necessario, inserire plantari anatomici su misura per compensare un’eventuale differenza di lunghezza delle gambe o anomalie dell’appoggio
- con l’aiuto di un fisioterapista esperto, imparare esercizi per aumentare la forza e la flessibilità dei muscoli dell’articolazione dell’anca
- se si praticano sport che impegnano l’articolazione dell’anca (corsa, salti, ginnastica artistica ecc.), specie se a livello agonistico, apprendere una tecnica corretta con l’aiuto di allenatori esperti.