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Osteoartrosi

CAUSE, SINTOMI, CURE

L’osteoartrite (dall’inglese, osteoarthritis, ma più comunemente osteoartrosi in italiano) è una malattia degenerativa cronica progressiva che colpisce le articolazioni (a partire dalla cartilagine articolare) e che può interessare praticamente tutta la popolazione adulta, uomini e donne, persone anziane o relativamente giovani, creando problemi più o meno significativi nello svolgimento delle attività quotidiane. Questa patologia cambia in relazione all’entità delle lesioni articolari presenti, alle specifiche articolazioni interessate, alla presenza di sintomi dolorosi persistenti o limitati ai soli periodi di riacutizzazione, nonché alla frequenza con la quale tali riacutizzazioni si manifestano.

L’osteoartrite si sviluppa gradualmente e inevitabilmente con l’avanzare dell’età, inizialmente senza dare alcun segno di sé, ma evolvendo continuamente, seppur con velocità e intensità variabili da paziente a paziente, in relazione a fattori predisponenti individuali di tipo genetico e a fattori di rischio di carattere generale, quali lo stile di vita più o meno sedentario, il peso corporeo, l’attività lavorativa svolta e la pratica sportiva più o meno assidua o “a rischio” (in relazione alla tipologia dei movimenti eseguiti e alla probabilità di traumi articolari associata).

Un ulteriore fattore di rischio è dovuto anche alla presenza di asimmetrie o anomalie anatomiche, presenti fin dalla nascita (congenite) o acquisite nel corso della vita, che impediscono un corretto uso delle articolazioni nella vita quotidiana.

Purtroppo, la prevenzione dell’osteoartrite può essere attuata soltanto in parte. Quindi, anche evitando condizioni di sovrappeso e obesità, praticando esercizio fisico ogni giorno senza eccessi, evitando fratture e altri traumi articolari significativi, mantenendo posture fisiologiche in ogni circostanza (da seduti, mentre si dorme o si guida ecc.) ed evitando gesti ripetitivi, sforzi o movimenti bruschi che possono favorire l’infiammazione muscoloscheletrica, il rischio di sviluppare osteoartrite non può essere completamente azzerato e, soprattutto dopo i 60 anni, qualche problema articolare inizierà a farsi sentire.

Contro i sintomi dell’osteoartrite esistono molti farmaci e terapie (fisioterapia, chirurgia, riabilitazione funzionale ecc.), in grado di alleviare il dolore e l’infiammazione presenti durante gli attacchi acuti e di migliorare la mobilità articolare e la qualità di vita globale.

Che cosa significa osteoartrite

Che cosa significa osteoartrite

Il termine osteoartrite fa riferimento a una patologia degenerativa delle articolazioni, caratterizzata da una componente infiammatoria più o meno accentuata in relazione al grado di progressione dell’alterazione degenerativa del tessuto cartilagineo e delle superfici ossee sottostanti, oltre agli stress imposti alle articolazioni stesse durante le attività quotidiane.

In linea di principio, qualunque articolazione può essere interessata da osteoartrite, ma in genere a soffrirne in via preferenziale e più precocemente sono quelle sottoposte ai carichi e agli stress maggiori e/o utilizzate più intensamente nella vita quotidiana, anche in relazione all’esercizio fisico e all’attività lavorativa.
Tipiche sedi articolari interessate dall’osteoartrite, in un’ampia fetta di popolazione, sono la colonna vertebrale, in particolare in corrispondenza delle vertebre cervicali e lombari, l’anca e la testa del femore, il ginocchio, il polso e la mano.

In tutte le sedi, la comparsa di osteoartrite può dipendere pressoché esclusivamente da fattori predisponenti individuali su base genetica (osteoartrite primaria o idiopatica) oppure, come si verifica nella stragrande maggioranza di casi, dalla combinazione sfavorevole di fattori genetici, anatomici e ambientali, legati allo stile di vita e alla costituzione fisica e/o conseguenti alla presenza di una malattia metabolica (per esempio, il diabete), di una lesione o di un’infezione articolare (osteoartrite secondaria).

L’osteoartrite lieve-moderata è una patologia di competenza dello specialista in ortopedia e del fisioterapista, dal momento che le modalità di sviluppo delle lesioni della cartilagine e delle superfici articolari delle ossa, compresa la formazione degli osteofiti (escrescenze ossee), si basano su un processo degenerativo di tipo meccanico, che diventa soltanto secondariamente infiammatorio.

Questa è la principale caratteristica che differenzia l’osteoartrite dall’artrite reumatoide, una malattia degenerativa infiammatoria che colpisce la cartilagine articolare e che determina sintomi in gran parte simili a quelli dell’osteoartrite, ma innescata da un processo autoimmunitario specifico (ovvero da una reazione anomala del sistema immunitario che reagisce contro componenti dell’organismo), che la rende di competenza del reumatologo/immunologo.

In fase iniziale, la diagnosi differenziale tra osteoartrite e artrite reumatoide può non essere semplice, soprattutto quando la malattia colpisce le articolazioni delle mani e delle dita.
Sintomi come dolore e gonfiore, rigidità articolare e limitazione della funzionalità, ingrossamento delle articolazioni e sviluppo di deformità, infatti, sono presenti in entrambi i casi.

L’unico elemento che consente di distinguere le due patologie riguarda i tempi di insorgenza e di persistenza dei disturbi di maggiore intensità, che nel caso dell’artrite reumatoide sono presenti soprattutto al risveglio, per circa un’ora, migliorando poi nell’arco della giornata, e sono peggiorati più dai periodi di riposo che dai movimenti, mentre nell’osteoartrite possono essere più costanti.

L’esame chiave per distinguere tra le due patologie è, però, il riscontro di alcune molecole nel sangue dopo un semplice prelievo: il fattore reumatoide e gli anticorpi anti-citrullinati.

Un’altra indagine utile per verificare che si tratti effettivamente di osteoartrite è l’analisi del liquido sinoviale (liquido presente all’interno dell’articolazione con la funzione di nutrire e lubrificare i tessuti articolari), aspirato inserendo un ago sottile all’interno dell’articolazione.

Questo esame permette di escludere che la causa dell’infiammazione sia un’infezione o la gotta (altra malattia di competenza reumatologica determinata dal deposito di cristalli di acido urico all’interno del liquido sinoviale).

Sintomi e sviluppo dell'osteoartrite

Sintomi e sviluppo dell'osteoartrite

Le manifestazioni caratteristiche dell’osteoartrite comprendono infiammazione, dolore e gonfiore, sensazione di calore e arrossamento e rigidità articolare a carico dei distretti articolari coinvolti, ai quali, spesso, si aggiunge la contrattura reattiva dei muscoli circostanti.

La causa primaria di questi problemi, che si aggravano via via con il passare del tempo e l’avanzare dell’età, risiede nella degenerazione della cartilagine presente nello spazio articolare, che ha il compito di proteggere le superfici ossee che compongono l’articolazione e di rendere più fluidi e “armonici” i movimenti.

Il progressivo assottigliamento e la riduzione dell’elasticità della cartilagine articolare aumentano lo stress meccanico imposto alle superfici articolari durante i movimenti e ne facilita l’erosione, con conseguente insorgenza di deformità ed escrescenze ossee (speroni e osteofiti).
Queste protuberanze ossee esasperano l’infiammazione a livello del tessuto sinoviale e del tessuto cartilagineo, accelerandone la degenerazione.

Negli stadi iniziali della malattia, l’infiammazione di base può essere minima e non creare grandi problemi per la maggior parte del tempo, diventando significativa soltanto durante attacchi acuti occasionali, di norma poco frequenti. Man mano che la degenerazione articolare evolve, tuttavia, il grado di infiammazione dei tessuti articolari aumenta e i sintomi iniziano a manifestarsi più spesso e più intensamente, riducendo in modo sempre più marcato la funzionalità articolare e la qualità di vita.

Negli stadi più avanzati, i sintomi dell’osteoartrite sono presenti pressoché costantemente, compromettendo notevolmente la funzionalità, a causa sia del dolore e gonfiore sia della rigidità articolare.

Quando si arriva a questo punto, in genere, per ottenere benefici apprezzabili e ripristinare un uso accettabile dell’articolazione, è necessario ricorrere all’intervento chirurgico correttivo o di sostituzione dell’articolazione danneggiata dall’osteoartrite (applicazione di artroprotesi).

Trattamento dell'osteoartrite

Trattamento dell'osteoartrite

Obiettivo del trattamento dell’osteoartrite è ridurre il dolore e la limitazione della funzionalità articolare, aumentando le possibilità di muovere e usare le articolazioni interessate nella vita quotidiana.

I sintomi dell’osteoartrite lieve-moderata possono essere alleviati grazie alla combinazione di esercizio fisico, fisioterapia (insieme di esercizi strutturati finalizzati a migliorare la funzionalità articolare e a insegnare gesti più fisiologici ed ergonomici), farmaci antinfiammatori/analgesici e terapia termica (che consiste nell’applicazione di impacchi freddi in fase di infiammazione acuta e caldi in fase sub-acuta), associati ad adeguate modificazioni dello stile di vita e ad altri interventi mirati, da definire su base personalizzata in relazione all’articolazione coinvolta.

Sul fronte farmacologico, quando l’osteoartrite si riacutizza causando dolore e gonfiore significativi, per alleviare i sintomi sono utili farmaci analgesici e FANS, come per esempio il diclofenac. A seconda dell’articolazione coinvolta, dell’estensione e dell’entità delle manifestazioni, i FANS possono essere somministrati per bocca oppure con applicazione a livello locale sotto forma di gel, una o più volte al giorno, in base alle necessità.

In entrambi i casi, i benefici compaiono rapidamente e permettono di stare meglio e di riprendere, almeno parzialmente, a usare l’articolazione. Questo secondo aspetto è molto importante perché un periodo di riposo troppo prolungato peggiora, anziché migliorare, l’andamento dell’osteoartrite.

L’applicazione a livello locale di FANS in gel, come quelli a base di diclofenac, è consigliabile soprattutto per le persone anziane e nei soggetti particolarmente sensibili agli effetti collaterali a livello gastrico, che possono essere indotti dall’assunzione di principi attivi antinfiammatori per bocca.
I benefici che si ottengono con i prodotti locali sono quindi sostanzialmente gli stessi, ma si evitano i possibili effetti collaterali dei FANS sistemici.

I FANS in gel sono particolarmente pratici e vantaggiosi quando il dolore interessa distretti articolari circoscritti, come il ginocchio, il piede o il gomito, mentre per l’osteoartrite della colonna vertebrale (a livello lombare o del collo) va bene anche il cerotto.

Quando, invece, a essere interessate dall’osteoartrite sono la mano o l’anca, si può optare per i FANS da assumere per bocca. Gel e cerotto a base di FANS, come per esempio diclofenac, vanno sempre applicati sulla pelle pulita asciutta e priva di lesioni.

Dieta dell'osteoartrite

Dieta dell'osteoartrite

Una dieta sana, varia e bilanciata è molto importante per supportare l’attività di tutte le cellule e dare la salute dei tessuti dell’organismo, contribuire alla prevenzione di molte malattie associate all’invecchiamento, mantenersi in forma ed evitare condizioni di obesità o sovrappeso. deleterie per le articolazioni che devono sostenere il peso corporeo, come quelle delle gambe (ginocchia, anca e caviglia) e della colonna vertebrale.

Integratori alimentari e supplementi che in alcuni studi sono risultati parzialmente in grado di proteggere la cartilagine articolare sono quelli a base di glucosamina e condroitina solfato.

In assenza di indicazioni univoche rispetto ai loro possibili benefici, ma vista la loro sostanziale innocuità, l’assunzione di questi composti allo scopo di contrastare un’osteoartrite iniziale può essere sperimentata chiedendo comunque l’opinione del medico a riguardo.

Una dieta calibrata può, invece, portare a un sostanziale miglioramento nel caso di un’osteoartrite del ginocchio, anche severa, in un paziente inizialmente in sovrappeso, grazie al calo ponderale che permette di ottenere, a patto che l’entità del dimagrimento corrisponda ad almeno il 10% del peso di partenza (quindi circa 8-10 kg per un paziente di circa 80 kg).

Diminuire il carico imposto alle articolazioni attraverso la perdita di peso consente di arrivare a risultati analoghi anche nella maggior parte delle lombalgie, che possono essere ulteriormente alleviate associando al dimagrimento una fisioterapia mirata.

Osteoartrite cervicale

Osteoartrite cervicale

L’osteoartrite a carico delle vertebre cervicali consiste nell’alterazione degenerativa delle superfici ossee intervertebrali a livello delle vertebre C2-C7, corrispondenti al tratto superiore della colonna vertebrale (rachide cervicale).

È uno dei disturbi osteoarticolari più frequenti in età adulta e può iniziare a creare problemi già a partire dai 30-35 anni.

La sua manifestazione più tipica è rappresentata dal dolore localizzato nella parte posteriore del collo (cervicalgia), che può irradiarsi anche a una spalla (raramente a entrambe contemporaneamente) e alle braccia, interferendo con i movimenti a causa del calo di forza e dei fastidi sensitivi associati (formicolii, sensazione di punture di spillo o alterazioni della percezione di caldo/freddo a livello del braccio interessato).

In relazione all’origine e alla distribuzione del dolore e ai sintomi di contorno, si riconoscono tre tipi di cervicalgia: la cervicalgia “vera e propria”, la sindrome cervico-brachiale e la sindrome cervico-cefalica.

La cervicalgia vera e propria si caratterizza per il dolore prevalente al collo (in particolare alla nuca) e alla parte alta-centrale della schiena (zona dorsale), generalmente accompagnato da contrattura e/o infiammazione muscolare a carico dei muscoli della testa, del collo e della spalla.

Nella sindrome cervico-brachiale, oltre al dolore a collo e spalle, sono presenti alterazione della sensibilità e calo di forza a livello delle spalle e delle braccia, arrivando in alcuni casi a interessare anche le dita delle mani.

La sindrome cervico-cefalica è caratterizzata, invece, da sintomi neurologici distintivi come mal di testa, vertigini, nausea, disturbi della vista e dell’udito, nonché, talvolta, difficoltà di deglutizione.

Un’osteoartrite cervicale severa, con presenza di deformità vertebrali e osteofiti, può essere molto rischiosa e non va trascurata perché, oltre a far infiammare i nervi che si diramano dalle vertebre cervicali e il midollo spinale, può danneggiarli irreversibilmente causando deficit di sensibilità e di controllo dei movimenti permanenti (comprese compromissione della deambulazione e paralisi).

In queste situazioni, è generalmente previsto il ricorso all’intervento chirurgico correttivo.
È necessario rivolgersi a un chirurgo ortopedico specializzato in patologie della colonna vertebrale oppure a un neurochirurgo.

Osteoartrite al ginocchio

Osteoartrite al ginocchio

L’osteoartrite del ginocchio, detta anche gonartrosi, è una malattia degenerativa articolare particolarmente frequente tra le persone anziane e spesso invalidante, soprattutto quando si associa a condizioni di obesità o sovrappeso che ne esasperano i sintomi e ne accelerano l’evoluzione, come spesso accade.

Oltre al peso corporeo eccessivo, che rappresenta uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di osteoartrite a livello di una o entrambe le ginocchia, altri fattori predisponenti sono rappresentati da:

  • traumi significativi (fratture, distorsioni, rotture dei legamenti o dei menischi ecc.)
  • interventi chirurgici invasivi
  • emorragie con raccolta di sangue a livello di un’articolazione (emartri)
  • infezioni articolari
  • difetti anatomici o asimmetrie scheletriche non compensati (gambe di diversa lunghezza, anomalie della struttura del piede, displasia dell’anca, scoliosi ecc.)
  • aver svolto per diversi anni attività sportive o lavorative che hanno messo sotto stress l’articolazione del ginocchio (soprattutto se praticate in ambienti freddi e/o umidi).

Come per l’osteoartrite lieve-moderata a carico di altre articolazioni, anche in caso di episodi di infiammazione acuta dovuti a una gonartrosi iniziale, sono indicati un periodo di riposo di alcuni giorni, l’applicazione a livello locale di FANS in gel per ridurre i sintomi, e, in caso di necessità, il calo di peso per diminuire il carico imposto alle strutture articolari.

Quando il dolore inizia a diventare più significativo e duraturo, il medico può prescrivere infiltrazioni di corticosteroidi, caratterizzati da un effetto antinfiammatorio marcato (utilizzabili anche in caso di osteoartrite severa/persistente a carico di altre articolazioni), ma da usare con cautela e non più di 2 volte all’anno per evitare di indebolire tendini e legamenti.

Per ricostituire e migliorare le proprietà lubrificanti del liquido sinoviale, invece, si può ricorrere a infiltrazioni intra-articolari di acido ialuronico: questa sostanza, naturalmente contenuta nelle articolazioni e molto ben tollerata quando somministrata dall’esterno, contribuisce ad alleviare il dolore e a migliorare la mobilità articolare del ginocchio.

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